sabato 7 giugno 2014

Il 28 aprile 2517, è stato un giorno felice per il giovane medico, quello in cui si è venuta a creare la sua famiglia. Alle 10 del mattino, dopo un'infinita serie di intoppi burocratici, il giudice Piper ha ufficializzato la sua richiesta di adozione per la piccola Jane. Due ore più tardi, con una settimana di anticipo sulla data prefissata, Jordan ha dato alla luce il loro primogenito.
In serata, l'Anagrafe di Capital City ha dovuto registrare due nuove cittadini. Jane Shaw, di anni tredici, ed il neonato Matthew Steven Shaw.
L'anno successivo, il 28 aprile viene festeggiato con un pic-nic all'Unification Park. Otto anni più tardi, quella che ormai si è trasformata in una vera e propria tradizione, si è ripetuta nuovamente.

Jane Shaw
(Age 21)
Matthew Steven Shaw
(Age 8)

"Papà? Perché la mamma ti chiama Shaw, alcune volte?"

Matthew è la perfetta fusione delle caratteristiche fisiche di entrambi i suoi genitori. Struttura fisica esile, carnagione pallida, una folta zazzera di capelli biondi, occhi azzurri ed una spruzzata di lentiggini sul volto. Caratterialmente, il discorso cambia, è allegro ed estroverso, qualcosa di estraneo tanto ad Eddie, quanto a Jordan. Ha iniziato a frequentare la scuola da un paio di anni, con buoni risultati, sebbene sia molto più incline al gioco che allo studio. Da qualche mese è entrato nel periodo delle domande. Ha interrogativi su ogni cosa e li rivolge tanto ai suoi genitori, quanto alla sorella.


"Perché tua madre ha la testa dura, e quando si fissa su una cosa, poi impiega davvero tanto tempo prima di cambiare idea."


La replica coglie Jordan con la bocca piena. Come una bambina si è appropriata subito dei dolci, lasciando da parte i tramezzini. Riesce faticosamente ad ingoiare un colossale boccone di cioccolato, prima di sillabare un chiarissimo "Fanculo Shaw", continuando a sorridere divertita.
Matthew si perde l'abituale sfoggio di finezza di sua madre, il garbato ridacchiare di Jane fa comprendere come l'abbia notato eccome.
Il Rosso l'ha incontrata, dodicenne, in ospedale dove era ricoverata dopo aver assistito al suicidio di nove persone, tra cui i suoi genitori ed i due fratelli. Causa scatenante di quella follia, i vaneggiamenti sull' Apocalisse di un certo "Padre" Collins.
Il fatto che abbia iniziato ad interessarsi a lei, vedendo il modo lucido e razionale con cui si rapportava a quanto accaduto, dice molto sul carattere del medico, ma nulla di realmente positivo.
Pur non brillando per empatia, grazie anche all'aiuto di Jordan, è riuscito con molta fatica a restituirle quel poco di infanzia che il trauma subito, ed un intelligenza troppo viva ed acuta, le avevano sottratto. Caratterialmente assomiglia incredibilmente al Rosso, ed ha seguito le sue "orme" iscrivendosi all'Università in medicina. Il terzo anno di corsi, ha avuto una media di due punti superiore a quella del padre, causandogli un misto di gioia e lieve gelosia.


"Fa sempre così. Se ne esce con domande del genere. L'altro giorno lo stavo riaccompagnando a casa da scuola, ed abbiamo incontrato Terry, una mia compagna di corso.. L'ha guardata, si è presentato, e le ha chiesto con chi dormisse la notte."

Eddie quasi si strozza con il bicchiere di succo di frutta che sta bevendo, Jordan accoglie la cosa fin troppo normalmente, arrivando addirittura ad annuire. Alla fine scoppiano a ridere tutti e tre, lasciando Matthew stupito. Non comprende cosa ci fosse di divertente in quanto raccontato dalla sorella. Ad ogni modo, non si rassegna e pone un'altra domanda.


"Papà? Perché la mamma ti ha puntato contro una pistola, la prima volta che vi siete visti?"

Questa volta il Rosso si strozza davvero, ed inizia a tossire, riuscendo ad evitare per un pelo, di sputacchiare il succo sul telo. Lancia poi a Jordan un'occhiata non delle più amichevoli. Jane deve aver notato anche questo, perché si mette in mezzo.


"Matty, è una bella giornata, perché non andiamo a giocare con Tallio? Hai portato la sua palla?"


Matthew reagisce alla proposta con uno strilletto di gioia, schizzando in piedi.


"Sì, sì. Non ci giochiamo da quando zia Rebecca è passata a trovarci".


Tallio, il cane del medico e zio putativo del biondino, ha quasi dieci anni ormai. L'abituale indolenza è diventata semplice stanchezza, ma qualche corsa dietro ad un pallone ancora non gli dispiace. In due o tre minuti, il terzetto si allontana, lasciando Eddie e Jordan da soli.


"Ti sembrava il caso di dirgli una cosa del genere, Jay?"

"Lo sai che non riesco a raccontargli delle storie. Ho provato a divagare, ma insisteva. E poi dov'è il problema. È vero."

"Mi fai una promessa?"

"Va bene."

"Quando ti chiederà come nascono i bambini, per piacere, non dirgli niente e mandalo da me."


La risata cristallina della donna gli riempie le orecchie.


"Va bene Shaw, promesso. Sono belli insieme, non è vero?"


Il medico da le spalle al punto in cui stanno giocando, fa quindi per voltarsi quando sente un richiamo.


"Papà! Attento alla palla...."


Il Rosso riapre gli occhi, accolto dalla familiare sensazione di disorientamento, successiva al risveglio. Sbatte le palpebre più volte, prima di mettere a fuoco dove si trovi. È in viaggio verso Roanoke, per un servizio. È il 2516 e si era semplicemente addormentato.
Incrocia lo sguardo con la donna seduta davanti a se, che lo guarda perplesso. Il medico ha gli occhi arrossati, il viso pallido e le occhiaie. Non si sorprenderebbe se venisse scambiato per un drogato.


"Buongiorno.."

"Salve a lei."


Le risponde con la voce roca, ed ancora impastata dal sonno.


"Sorrideva sa?"

"Come ha detto, scusi?"

"Mentre dormiva dico, stava sorridendo. Ha sognato qualcosa di bello?"


È troppo assonnato, per reagire freddamente all'eccessiva, almeno per lui, curiosità della donna. Sembra invece riflettere seriamente tanto sulla domanda, quanto sugli ultimi brandelli del sogno non ancora andati persi.


"Non saprei. Mi scusi comunque, non dormo bene ultimamente."


Deve essere un qualche tipo di congedo, perché si sistema meglio sul suo sedile, chiudendo nuovamente gli occhi. È fortunato, scivola nuovamente nel sonno, ma un ultimo pensiero cosciente fa ancora capolino nella sua mente stanca.


"Devo comprarle degli altri anticoncezionali. Per sicurezza."



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