sabato 24 maggio 2014

L'appartamento di Eddie, a Capital City, é stato un regalo da parte dei suoi genitori, per gli anni dell'Università. Rispecchia perfettamente il suo carattere riservato ed introverso. Chiunque ci metta piede, con ogni probabilità, difficilmente potrà farsi un'idea precisa sui gusti, o sulle abitudini del padrone di casa.

Le pareti sono color crema. Un lascito del precedente inquilino, che il Rosso ha deciso di fare proprio. Ha acquistato mobili dal design moderno e linee essenziali. Nulla di eccessivamente vistoso ma soprattutto, per un capriccio del medico, nessun colore che si discosti dalle sfumature del bianco, o del nero.

Seppure siano presenti oggetti meramente ornamentali, e quindi privi di una reale utilità, é difficile trovare qualcosa che possa essere definito "personale". Le uniche eccezioni sono: una piccola collezione di libri cartacei, cinque o sei, prettamente di argomento scientifico e tre cornici in argento da cui sono state però tolte le foto in esse contenute.
Una dimora arredata con un certo gusto, ma in un certo senso simile ad una stanza di albergo. Priva dell'immagine del suo propietario, nonostante sia lo stesso da anni.
L'unico elemento, che stona completamente, con questo quadro, é un sacco da pugile. Comprato di recente, ed appeso al muro tramite una placca di metallo, fissata con dei bulloni.

Eddie é seduto alla sua scrivania, e da qualche ora armeggia con il proprio Holodek. Per terra, i cocci di una tazza, la bevanda in esso contenuta, probabilmente caffè, macchia le mattonelle del pavimento, senza che il giovane vi presti la minima attenzione. Gli occhi fissi sulle immagini proiettate dal Deck. I corpi di due persone, in ginocchio ed a torso nudo. Le mani congiunte in un gesto di preghiera ma, soprattutto due ampie porzioni della pelle della schiena tagliate via, quasi del tutto e poi sollevate da alcuni capi. Le, macabre, ali, di quelli che dovrebbero essere due angeli.

Quella scena é così impressa a fuoco nella sua memoria, da essere riuscito a ritrarla fedelmente sul proprio taccuino. Fino ad ora, si era focalizzato sui dettagli anatomici dei due corpi, ignorando totalmente lo sfondo. Cercare di capire dove potessero essere segregate le due vittime, non era compito suo. Ovviamente, quando la mano del loro aguzzino si é abbattuta su una sua conoscenza, le priorità del medico sono cambiate.
Continua a lavorare sulla fotografia, proiettata sullo schermo, ingrandendo diverse porzioni dell'immagine, una dopo l'altra, alla ricerca di qualche dettaglio sfuggitogli fino a quel momento. L'Holodeck del medico, non é un modello con elevate prestazioni grafiche, e Eddie non ha le competenze necessarie per un lavoro preciso. Infatti ben tre volte, dopo aver richiesto al terminale un ulteriore ingrandimento, l'immagine si é sgranata del tutto. La prima volta si é limitato ad imprecare, tamburellando nervosamente con i polpastrelli sulla scrivania. La seconda ha scagliato a terra la tazza di caffè. La reazione al terzo fallimento consecutivo, é una violenta esplosione di collera. La prima tentazione, é quella colpire il Deck, vanificando così la possibilità di trovare qualsiasi tipo di indizio. É solo un ultimo barlume di razionalità, a farlo indietreggiare di scatto, sfruttando le rotelle della sedia.
Quando si alza entrambe le mani sono già chiuse a pugno ed é la sfortuna, il fato o semplicemente il Caos, a fargli compiere un ulteriore passo indietro, urtando così il proprio cane, un Husky di circa un anno a cui, la scarsa fantasia del medico gli ha imposto come nome Tallio. Lo trova nel posto sbagliato, nel momento peggiore.


"Maledizione. Sei sempre in mezzo ai coglioni"

Non aveva realmente intenzione di picchiarlo, od almeno, sarà questa la convinzione che prenderà forma nella sua mente durante le ore successive. Non é del tutto una menzogna, probabilmente, ma alza comunque di scatto la gamba destra e, con il collo del piede, colpisce il cane su un fianco
Tallio guaisce, senza abbaiare. Scarta di lato, graffiando le mattonelle del pavimento con le unghie e cercando di scappare nella camera da letto. Il medico é quasi sul punto di seguirlo, quando viene distratto dal miagolio spaventato di Tac, il gatto di Jordan, momentaneo inquilino della casa. Vedere il micio lo porta a pensare alla sua padrona, appena tornata e subito sparita via e, di riflesso, anche ad altre due persone, che ritorno non potranno mai più farlo. Il rapimento della reporter, é stata l'ultima goccia. Quella che ha frantumato il vaso.

Stringe i pugni così forte da trovare, più tardi, i segni delle unghie sui palmi. Sente il bisogno, impellente di colpire qualcosa, e per questo si muove, quasi a passo di carica, verso il sacco appeso al muro. Il primo pugno lo scuote, il secondo lo fa dondolare più vistosamente. Ne seguono subito altri quattro, il medico tira di destro e di sinistro, senza che però la bestia, che gli alberga nella testa, riesca a trovare un boccone di suo gusto.
Arriva quasi a gridare, scostando il sacco e proseguendo verso il muro. Lo schiocco delle nocche contro di esso era quello di cui aveva bisogno. Si rende conto delle macchie di sangue, che sporcano la tinta color crema, solo quando l'insistente vibrazione del Cortex, fa affiorare la sua coscienza dal cieco furore. Lo recupera frettolosamente, ha il fiato corto e nemmeno si rende conto della fitta dolorosa che gli risale lungo il gomito, quando preme i tasti che richiamano alla vista la comunicazione appena ricevuta.
Ha circa mezz'ora, per raggiungere gli studi dove avverrà la registrazione del programma The Eye e prima dovrà fare qualcosa per la mano. Sarà probabilmente già gonfia quando, davanti ad una telecamera per la prima volta, contribuirà a placare la fame di attenzione mediatica del Killer. Il riscatto richiesto per la vita di Virginie. Od almeno, é quella la speranza comune.

I can't escape this hell
So many times I've tried
But I'm still caged inside
Somebody get me through this nightmare
I can't control myself
So what if you can see the darkest side of me?
No one would ever change this animal I have become
And help me believe it's not the real me
Somebody help me tame this animal
I can't escape myself
So many times I've lied
But there's still rage inside
Somebody get me through this nightmare
I can't control myself

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