Partecipare al concorso per l'ammissione, era stata un'idea più dei suoi genitori, che propria. L'intento era quello di forzarlo ad interagire con i propri coetanei, dopo avergli visto trascorrere l'infanzia, senza lo straccio di un amico. Più per disinteresse verso il prossimo, che per timidezza. Alla fine, Eddie ha semplicemente ritenuto più semplice accettare quella proposta, sottraendosi così alla loro supervisione, piuttosto che continuare ad essere iscritto a decine di corsi sportivi, oltre a dover passare troppi pomeriggi in compagnia dei figli di ogni loro conoscente. Superati i test fisici e culturali, facilmente, e quelli attitudinali, con una piccola spintarella concessa a chi proviene da una famiglia di militari, il 2 settembre del 2506 nella la lista dei nuovi cadetti, compariva anche Edward Benjamin Shaw.
Sei mesi più tardi, venne convocato per la prima volta nell'ufficio del comandante del proprio corso. Il capitano Mage, era distaccato al collegio Lee da dodici anni, quattro trienni di allievi alle spalle, un quinto appena iniziato. Un'anomalia, raramente incarichi del genere si protraggono così a lungo. Una sua scelta forse, od il punto morto, della propria carriera.
"Entri cadetto Shaw, é in anticipo."
Agli allievi non é quasi mai permesso di accomodarsi, negli uffici di un ufficiale, motivo per cui il Rosso si é semplicemente diretto verso la scrivania dell'uomo, fermandosi ad un paio di passi di distanza. Peso distribuito equamente su entrambe le gambe, braccia dietro la schiena, le dita della mano destra chiuse attorno al polso sinistro ed appoggiate all'altezza della cintura. Una posa, che si porterà dietro per anni. Indossa la divisa d'ordinanza. Giacca e pantaloni blu, camicia azzurra e la cravatta con l'emblema del collegio.
Il comandante Mage, dopo aver richiamato sullo schermo del proprio Holodeck la schermata con i dati dell'allievo, si prende qualche attimo per studiare il ragazzo davanti a sé.
Fisicamente, il Rosso é sbocciato tardi. A quindici anni, a causa dei lineamenti morbidi del volto, ne dimostra al massimo quattordici. La corporatura è esile, ci vorrà ancora qualche mese prima che riesca finalmente a superare il metro e sessanta. Solo lo sguardo distaccato può dare un'idea dell' uomo che diventerà. Al momento è soltanto un ragazzino che guarda, senza la minima curiosità per quell'inaspettata convocazione, il proprio comandante.
"Si é lasciato sfuggire un po' troppo quei capelli. Quando avremo finito qui, passi dal barbiere."
Quella richiesta, fattagli da un uomo la cui stempiatura é andata ben oltre la fronte, non fa scappare al ragazzo nemmeno un accenno di sorriso. Annuisce soltanto.
"La sua scheda mi causa qualche perplessità, Shaw."
"Le posso chiedere da cosa dipendano, queste sue perplessità?"
"Nessun richiamo comportamentale o giorni di punizione. Niente libere uscite, richieste di permessi o licenze, se non quelle concesse a tutto il corpo studentesco. Neanche un solo ricovero in infermeria."
"Temo di non capire quale sia il problema."
"Cercherò di essere più chiaro allora. Sono dati che permettono di comprendere il grado di adattamento di ogni cadetto alla vita nella scuola. Livelli indicatori. Fin qui mi segue?"
"Credo di sì."
"In base al numero ed al tipo di infrazioni, é più facile distinguere la normale agitazione adolescenziale da una richiesta di attenzioni. Chi si inventa ogni pretesto per tornare a casa non si é inserito con i suoi compagni, mentre chi esce ad ogni franchigia si é adattato. Troppi ricoveri in infermeria potrebbero essere indice di pigrizia. "Sonno a sgamo", si dice così, no?"
L'infermeria è più che altro una sorta di mercato nero, in cui gli infermieri vendono agli allievi, a prezzi maggiorati, alcolici, sigarette e tutto quello che il regolamento del collegio non gli concede di possedere. Non è comunque un'informazione che il Rosso ritenga salutare, condividere con il comandante. A riguardo, non va oltre un vago cenno di assenso.
"Non ha voglia di visitare Capital City?"
"Il giorno dei colloqui con i genitori, mi hanno portato a vedere Carpathia Square."
"Ha dei problemi con i suoi compagni di classe? Con qualcun altro del suo anno? O con quelli più anziani? Ha avuto un diverbio con il cadetto.... Chung"
"Onestamente é lei ad aver avuto un diverbio con me. Mi sembra piuttosto incline ad alzare la voce ed a parlare abbastanza per due."
Il sarcasmo che in futuro farà capolino da quasi ogni sua parola, è un lato del carattere del giovane non ancora formato del tutto. Il tono di voce è così inespressivo da risultare del tutto monocorde. Ci vorranno ancora un paio di anni, prima che arrivi a comprendere come, il modo migliore per sfuggire all'attenzione del prossimo, sia mostrargli quel che vogliono vedere.
"Mi dica Shaw, sono i suoi genitori a costringerla a rimanere qui? Le fanno delle pressioni?"
"Non sono quel tipo di persone."
"Forse ha bisogno del sostegno di uno psicologo."
Solo dopo queste parole, l'allievo ha una minima reazione. Aggrotta le sorpacciglia e non appare particolarmente soddisfatto.
"Finirebbe nella mia scheda?"
"Ha paura che influisca sulla sua domanda per l'accademia militare?"
Un quindicenne, con ogni probabilità, non può già sapere, con precisione, cosa ci sarà nel suo futuro. Il Rosso é però certo di cosa non vi farà parte. La carriera militare, fa parte di quell'elenco. Non l'ha ancora detto a suo padre, e non sarà certo il comandante Mage il primo a venirlo a sapere. Un sostegno psichiatrico, è la risposta a qualcosa che non funziona, ed il giovane non ritiene di avere problemi. É per questo che si dimostra riottoso a partecipare ad una terapia.
"Dovrei iniziare a violare le regole, per rassicurararla? O ad andare in infermeria per ogni mal di stomaco? Così entrerei nei suoi parametri."
"Lei é intelligente Shaw, non prendiamoci in giro. Voglio capire come aiutarla ad ambientarsi. Non può restare da solo per tre anni. Non crede?"
"Le posso fare una domanda, comandante?"
"Concesso."
"Se lei restasse chiuso in un ascensore con una ventina di persone, e non riuscisse a legare con nessuno, chiederebbe il sostegno di uno psicologo?"
"Qualche ora, non sono sei mesi."
"Ma il fatto che non riesca a relazionarmi con un numero ristretto di persone, in linea di principio, non è necessariamente indice di un mio problema."
"Lo sa vero, che potrei semplicemente limitarmi ad ordinarle di parlare con il nostro psicologo?"
"Certamente, confido nella sua comprensione, signore."
Il comandante si prende qualche attimo di silenzio. Incrocia le braccia al petto, soppesando con attenzione il giovane che ha davanti a sé. Dopo quasi un minuto, attira a sé l'Holodeck, iniziando a scrivere una correzione sulla scheda di Eddie.
"La sposto nella seconda classe, del suo anno, Shaw. Se non noterò cambiamenti nel prossimo mese, parlerà con il dottore, o si ritirerà dagli studi. Abbiamo un accordo?"
"Abbiamo un accordo."
"Molto bene, può andare. Mi chiami i due allievi che aspettano fuori dalla porta."
"Comandi."
Uscito dall'ufficio del comandante, le narici del Rosso vengono aggredite da una zaffata di fumo di sigaretta. Gli studenti non possono fumare all'interno della scuola. Per farlo davanti all'ufficio di un ufficiale, bisogna essere stupidi o volersi cercare i guai.
"Sisko! Mettila via! Sei già in punizione per un mese."
"Appunto, cosa vuoi che importi venire consegnata per un'altra settimana."
Almeno di nome, il giovane conosce tutti i suoi compagni di corso. In questo caso é agevolato. Ci sono poche coppie di fratelli, tra gli studenti. Una sola di gemelli, figli di un ammiraglio, ovvero quella che ha davanti. La ragazza, bionda, molto popolare e casinista, é sul filo dell'espulsione, per motivi disciplinari, fin dal secondo giorno. Il ragazzo, moro, è quasi la copia del Rosso. Taciturno e con ottimi voti. Le poche punizioni, dovute ai suoi tentativi di proteggere la sorella. Sylene e Saren Liljat.
Bisticciano per qualche altro secondo, prima di notare il Rosso che li sta fissando.
"Beh? Che cosa hai da guardare?"
"Niente. Siete buffi, visti assieme. Il comandante vuole che entriate."
Buffi. Il ragazzo sembra sul punto di aggredirlo, la bionda scoppia a ridere, avvicinandosi al futuro medico.
"Va bene, va bene. Andiamo. Questa me la puoi buttare tu, Rosso?"
Guarda dapprima la sigaretta nella mano della bionda, e poi il resto del corridoio. Nessuno in vista, ed alla fine prende la cicca, mezza consumata.
"Sei gentile Roscetto. Andiamo fratello, prima che al comandante saltino i nervi, e chiami Mister Admiral a casa."
La ragazza, strafottente, entra nell'ufficio, tirandosi dietro il fratello. Quest'ultimo, prima di sparire dietro la porta, lancia ad Eddie un'ultima occhiata poco amichevole. Rimasto solo, con una sigaretta in mano, il giovane guarda ancora per qualche attimo l'ufficio dentro cui sono scomparsi i gemelli Liljat. Dopodiché inizierà ad allontanarsi, cercando un cestino dove buttare la cicca.
"Decisamente molto buffi."
Di lì a tre settimane, in loro compagnia uscirà per la prima libera uscita. I primi giorni di consegna, per essere stato trovato fuori dal letto in piena notte, si faranno attendere altri quindici giorni. Su una cosa, il comandante Mage aveva ragione, la vita del collegio affrontata in compania risultò molto più semplice.
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