lunedì 26 maggio 2014

Quella del pranzo mensile a casa con i propri genitori, é una tradizione a cui il Rosso non é mai riuscito a sottrarsi. Inaugurata in seguito alla suo ingresso al Collegio Militare Lee, e proseguita durante gli anni universitari su Horyzon. Nel primo caso, erano sua madre e suo padre a raggiungerlo, il collegio permetteva poche licenze per i cadetti, in seguito é sempre toccato al medico, tornare su New London. Ovviamente, il suo ingresso nel mondo del lavoro non ha cambiato minimamente le cose.


"Non ti ho mai visto mangiare con tanto appetito, é una sorpresa"

Gabrielle Shaw, é una donna minuta, dalla corporatura esile. Sfiora appena il metro e sessanta, per una cinquantina scarsa di chili. Carnagione chiara, viso tondo e lunghi capelli, solitamente stretti da rigidi chignon, ancora completamente corvini, nonostante abbia già sessantadue anni.


"Non ha mangiato con appetito. Ha soltanto vuotato il piatto."

Steven Shaw, ha sentito il bisogno di mettere in chiaro qualcosa che sua moglie aveva fatto finta di non notare. Mettendo, uno di fianco all'altro, i due maschi della famiglia Shaw, la parentela é lampante. Figura alta e slanciata per entrambi, sebbene la struttura fisica del medico sia un poco più esile. Medesimo colore dei capelli, sebbene quelli di suo padre siano ormai ingrigiti e meno folti. Il viso di Steven é privo di lentiggini ed ha lineamenti meno sottili, ma gli occhi sono uguali. Azzurri, e solitamente freddi, raramente capaci di trasmettere qualcosa. Come ogni giorno della sua vita dai diciotto anni in avanti, escluse le domeniche, la divisa da ufficiale della Terza Flotta.

Il Rosso ascolta lo scambio di vedute tra i due in silenzio. Ha effettivamente fatto onore al pranzo, in tre portate, preparato per l'occasione da sua madre in prima persona ma, sforzandosi di non farlo notare, si é semplicemente imposto di mangiare tutto, contravvenendo alla sua cronica mancanza di appetito. Continua a dormire poco, e male, senza un brusco cambio di dieta rischierebbe di assomigliare ad uno spaventapasseri. Osserva gli ultimi bocconi di carne, forse vera, che però gli risultano graditi quanto dei bulloni.


"Ad ogni modo, tesoro. Perché non ci hai detto che saresti apparso alla HoloTv? Ti abbiamo visto per caso, e giusto perché tuo padre segue sempre il Saturday Live Sport"

Ovvero il celebre programma sportivo, cancellato per permettere la trasmissione dello speciale di "The Eye".
Quella particolare domanda, gli é stata già rivolta più di una volta, da altre persone, in svariati modi. A tutti, ha risposto nello stesso modo.


"Perché ho saputo che sarei andato in onda, circa venti minuti prima di essere inquadrato. Non ho avuto il tempo per avvisare nessuno"

Ad onor del vero, non ne ha avvertito il bisogno, neanche in seguito. Rinuncia a finire di mangiare, e va a posare ordinatamente le posate sul piatto. In pochi secondi, verrà portato via da Miss Ling. "Ereditata" da Steven alla morte di suo padre, Benjamin, ha svolto infinite mansioni in casa Shaw. Cameriera, aiuto cuoca, bambinaia e quant'altro. In un Holofilm sarebbe ormai diventata parte della famiglia, ma questa é la vita vera.


"Più che altro, non ci avevi detto che ti avessero assunto in una agenzia di stampa"


"Non mi hanno assunto papà, sono in prova. Mi é parso superfluo parlarne."

Seguono svariati secondi di silenzio, interrotti soltanto dal tintinnare delle posate contro i piatti. Come spesso capita, é Gabrielle a cercare di ravvivare la conversazione. Quando padre e figlio pranzano da soli, non vanno molto oltre i semplici saluti iniziali. La cosa non è mai pesata a nessuno dei due.


"Però non hai una bella cera, tesoro. Sei un po' abbronzato, quello é vero, ma mi sembri stanco. Non dormi?"

Due paia di occhi lo fissano, mentre formula la sua risposta, ed il Rosso applica una delle lezioni più elementari per chi voglia ingannare il prossimo. Unire una mezza bugia, ad una piccola parte di verità.


"Dormo poco, il lavoro é abbastanza frenetico, e come vi ho detto sono in prova, devo pur dargli motivi per assumermi, no?"

Nessun ulteriore commento a riguardo, e solo un'occhiata un poco più prolungata da suo padre. Esame superato.


"Ad ogni modo, sei stato molto bravo. Ne ho parlato con tutte le mie amiche"


"Francamente, tu ed il conduttore avreste dovuto moderare i termini. Eravate un poco troppo lusinghieri con quel criminale. Non pensi anche tu?"

Paradossalmente, essere l'oggetto delle conversazioni tra sua madre e le proprie amiche lo terrorizza più dell'obiezione, fin troppo pertinente, che gli viene rivolta da suo padre.


"É complicato da spiegare"

Si limita a rispondere così, scrollando le spalle, sperando di evitare ulteriori interrogatori. Il suo desiderio viene esaudito in parte. É solo l'argomento della conversazione a cambiare, non il tono inquisitorio con cui viene portata avanti.


"Capisco. Ma é un lavoro serio? Ora che ci penso, non ci hai mai detto perché non é andata bene in Blue Sun"


"Perché la Ceo, era una stronza, papà"

Le volgarità non sono frequenti, od accettate, in casa Shaw. Per la sorpresa a Gabrielle cade una forchetta a terra.


"Credo di non aver capito"


"Perché la Ceo si é comportata come una stronza"


"Edward!"

In coro, da parte di entrambi.


"Perché io e la Ceo la vedevamo diversamente su alcune questioni e, per quel che vale, forse al posto suo mi sarei comportato nello stesso modo. Va meglio così?"


"Non mi piace questo tuo atteggiamento. Non so quali problemi tu possa aver avuto, ma dovresti parlarne con più rispetto"


"Se la Blue Sun ti piace così tanto, papà, potresti chiedere un impiego dopo il congedo. Magari potrebbero assumerti come collaudatore"

Il tono di voce del medico si é fatto palesemente sarcastico. Steven si sta mordendo il labbro, gesto premonitore di un irritazione crescente. Ed é per scongiurare il peggio, che Gabrielle si mette in mezzo.


"Tra l'altro, sai che ti ho visto l'altro giorno? Pensavo che saresti arrivato direttamente oggi, con il primo volo."


"Mmh? Di cosa stai parlando? Io sono arrivato questa mattina."


"Ne sei sicuro? Non eri in quella cioccolateria in centro?"


"Onestamente, ti sembra credibile che io frequenti una cioccolateria?"


"Tu da solo no. Ma c'era anche una donna. Capelli scuri, vestita di bianco.. Era una tua compagna al collegio? L'ho vista di sfuggita, ma mi era sembrato un volto familiare"


"Non so chi tu abbia visto, ma io non c'ero"


"Davvero?"


"Davvero."

Una delle illusioni dell'infanzia, che il Rosso si é lasciato alle spalle per prima, è stata la convinzione che i propri genitori, potessero leggergli in volto ogni menzogna.


"Vorrà dire che mi sono sbagliata. Ad ogni modo, diamo un ballo di beneficenza il mese prossimo..."


"Non mi chiedere di accompagnare la figlia di una delle tue amiche. Avevamo un accordo. Al massimo una volta all'anno, e l'ho già onorato."


"Se invitassi tu qualcuna, non correresti questo rischio. Hai qualche nome in mente?"

Un nome lo avrebbe anche, e la sua presenza ad un ballo elegante, gli strappa il primo accenno di sorriso, in tutta la serata.


"Non contare su di me, per quella serata."


Può capitare che una coppia a lungo sposata, riesca a comunicare senza andare oltre un semplice sguardo. Steven richiama l'attenzione della moglie con un colpo di tosse, e non ha bisogno di aprire bocca. "Gli devo parlare, da solo."
Può inoltre capitare che un figlio, dotato di un minimo di intuito, riesca a comprendere questo linguaggio segreto.


"Immagino che tu debba andare a preparare il caffè, vero mamma?"

Nessuna replica diretta da parte di entrambi, la donna si alza e gli si avvicina. Una mano gli tocca la nuca, le labbra si posano sulla fronte. Un tempo gli dava così il bacio della buonanotte. Crescendo, é diventato il suo saluto tipico.


"Fate i bravi, mentre non ci sono."

Un ultimo saluto, prima di lasciare padre e figlio da soli. Due paia di occhi della stessa tonalità di azzurro, ed altrettanto freddi, che si studiano dai due lati di un tavolo. Sfidarsi a chi, per primo, vada a spezzare il silenzio, é un gioco che portano avanti dall'adolescenza. Questa volta, Steven capitola sospettosamente in fretta.


"Ho incontrato l'ammiraglio Liljat, l'altro giorno."


"Prestate servizio insieme da trent'anni. Sarebbe strano il contrario"

Steven riprende come se non avesse minimamente sentito, le parole di suo figlio.


"Mi ha molto sorpreso, sapere che in tutto questo tempo, tu non ti sia fatto vivo di persona, per porgergli le condoglianze."

Tradotto dallo Shaw, all'inglese. "Il tuo é un comportamento inaccettabile".


"Non é salutare che io incontri l'ammiraglio"


"E perché mai?"


"Perché nel migliore dai casi, si é finalmente reso conto di come, negli ultimi venticinque anni, sia stato un borioso pallone gonfiato.."


"Non devi..."

Questa volta é il medico, a non permettere all'altro di proseguire.


"E nel peggiore é sollevato perché nessuno dei due metterà più in imbarazzo la sua preziosa reputazione."

"Non puoi dire una cosa del genere. Né capire cosa possa provare un padre perdendo i suoi figli. Non fino a quando non avrai una tua famiglia."


"Sono tutte stronzate, papà"

La violenta manata con cui l'uomo colpisce il tavolo, facendo cadere uno dei bicchieri, ha il potere di zittire il medico per lo stupore, ma non riesce a riportarlo a più miti consigli.


"Capisco il tuo dolore Edward, ma devi fare qualcosa per questa rabbia. Non serve a nulla."


"Non eri tu, quello che cercava di farmi capire come le cose utili, non siano necessariamente le migliori?"

Sentire il figlio, citare le proprie parole, e farlo per rigirargliele contro, indispettisce Steven, al punto di incrinare la sua maschera pacata. Quella che il Rosso, durante l'infanzia ha imparato ad imitare. Inconsciamente o meno.


"Mi vuoi dire che la rabbia è quanto di meglio tu possa chiedere?"

"No. E' soltanto il male minore."

"Non ti capisco, Edward."

Il Rosso si prende qualche attimo per studiare l'uomo che ha davanti. Al di là del semplice aspetto esteriore, hanno alcuni lati caratteriali in comune. Molti a dire il vero. Probabilmente troppi per riuscire ad instaurare un rapporto profondo. O per volerlo.


"É mai successo che uno dei due, sia riuscito a comprendere davvero l'altro?"

Suo padre non gli risponde di primo acchito, e nemmeno lo fa nei secondi successivi. Abbassa di poco il capo, impedendo al Rosso di capire se si senta ferito, o gli stia semplicemente dando ragione.

"Credo che sia ora che tu vada, Edward."

"Lo credo anche io."














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